giovedì 9 aprile 2020

AI DOMICILIARI PER PANDEMIA: VERITA’ O INGANNO?




In questo periodo di “arresti domiciliari” forzati, dovuti ad un decreto emanato dal Consiglio dei Ministri e firmato dal Presidente del Consiglio il 31 gennaio 2020  che dichiara lo stato d’emergenza per sei mesi da quella data, che comporta un blocco totale dell’ordinarietà della nostra vita, come la conoscevamo fino all’inizio di quest’anno.
Cosa determina l’applicazione di questo strumento di legge, estremo, che stravolge le nostre vite all’improvviso limitando massicciamente le libertà, in modo asfissiante? 



Una cosiddetta emergenza sanitaria, prima definita epidemia poi, addirittura dall’OMS pandemia, che giustifica davanti all’opinione pubblica mondiale l’applicazione di misure estreme, mai viste prima, almeno dalla fine della II guerra mondiale.
Su cosa poggia tutta questa narrazione che ci propinano ogni giorno, ormai da mesi?,
Sono attendibili le notizie e le fonti che le divulgano?
Su quali dati certi si basano coloro che propinano queste “verità assolute” ai cittadini spaesati ed impauriti?

Andiamo a fare una panoramica sugli interrogativi proposti, senza presumere di avere la verità in tasca, ma volendo dare degli spunti di osservazione e riflessione su quanto ci troviamo ad affrontare, con un intento di stimolo al non fermarsi alla prima cosa che ci viene riportata ma, usando le proprie capacità intellettive e gli strumenti a disposizione per informarci seriamente.


LE CERTEZZE DELLA MEDICINA E DELLA SCIENZA

Nell’introduzione del suo libro “Effetti collaterali” il dott. Ben Goldacre, medico inglese che da anni si occupa degli studi sulla medicina basata sull’evidenza, scrive: “La medicina è malridotta. E francamente credo che, se mai i pazienti e il pubblico si renderanno conto appieno di ciò che è stato fatto a loro danno – di ciò che i medici, gli accademici, e le autorità di controllo hanno permesso – andranno in collera”.

E, ancora: “Ci piace pensare che la medicina sia basata su prove e sui risultati di test imparziali. In realtà, quei test sono spesso profondamente viziati. Ci piace immaginare che i medici  abbiano familiarità con la documentazione di ricerca, mentre in realtà gran parte di essa viene tenuta loro nascosta dalle compagnie farmaceutiche. Ci piace credere che i medici abbiano una formazione adeguata, mentre in realtà gran parte della loro formazione è finanziata dalle case farmaceutiche. Ci piace pensare che le autorità di controllo consentono di immettere  sul mercato soltanto farmaci efficaci, mentre in realtà danno l’approvazione a medicinali senza alcun valore, tollerando che i dati sui reali effetti collaterali siano nascosti a medici e pazienti”. 

Concludendo, continua: “Vedremo che l’intero edificio della medicina (attuale) è compromesso perché i dati di cui ci serviamo per prendere le decisioni sono irrimediabilmente e sistematicamente falsati; e questa non è cosa da poco. In medicina, infatti, medici e pazienti usano dati astratti per prendere decisioni che influiscono sul mondo reale fatto di carne e ossa. Se tali decisioni sono incaute, possono avere come effetto morte, sofferenza e dolore.”.


LA RESPONSABILITA’ DEI MEDIA

Continuando questa esposizione, prendiamo in considerazione il secondo quesito posto: Sono attendibili le notizie e le fonti che le diffondono?

Quelli che il dott. Steve J. Milloy, nel suo libro “Difendersi dalla spazzatura scientifica”, definisce spacciatori di ciarpame scientifico, dice, non provano nessun interesse verso la scienza nei suoi aspetti conoscitivi e metodologici, né sono interessati al bene comune, mirano unicamente ai propri interessi. La situazione non sarebbe così disastrosa, se costoro avessero almeno il buongusto di avvertire: “Hei, stiamo per fomentare un bell’allarme – salute. Ma non preoccupatevi, è solo una truffa!”.

Il primo fondamentale inganno degli spacciatori di spazzatura scientifica sta nelle motivazioni dietro cui si nascondono. Si fanno passare per giornalisti che “stanno lavorando per voi”; per scienziati scrupolosi che si battono per la “protezione” della salute pubblica: per “autorità” governative che agiscono unicamente “per il bene della gente”; per aziende consacrate alla difesa della vostra salute; e per persone “attente alle problematiche sociali”, che spendono il loro tempo a tutelare i nostri bambini e l’intero pianeta. Non cascateci!

I media sono, prima di tutto aziende d’affari, e in quanto tali mirano ad obiettivi ed interessi diversi rispetto a quelli dei servizi pubblici. In quanto aziende, la priorità dei canali mediatici è il guadagno finale, non il benessere collettivo. Le emittenti radiotelevisive sono attente agli indici d’ascolto; la stampa alla tiratura; internet al successo dei siti. Tutto questo si traduce in entrate pubblicitarie e profitti. Catturare l’attenzione delle persone è un modo per ottenere ritorni in termini di entrate e di bilancio. E spaventarci è un modo per attirare la nostra attenzione!

D’altronde un allarme – salute è una notizia ghiotta. Cattura l’attenzione degli spettatori, questo produce l’innalzamento degli indici d’ascolto; gli indici d’ascolto attirano i pubblicitari e i pubblicitari portano denaro. E i media vivono per il denaro

Il motivo è lo stesso che sta alla base dei programmi d’intrattenimento. La differenza sta nel fatto che gli spettatori sanno che programmi come “Il grande fratello”, ad esempio, sono uno spettacolo d’intrattenimento, ma molti di loro prendono le notizie come verità, cioè la maggior parte di loro non considera i telegiornali come l’ennesimo show televisivo in lotta per gli indici d’ascolto. Eppure le cose stanno così: un business enorme nel quale la notizia sensazionale è la prassi. Nessun media è fuori da questo tipo di logica.

Un giornalista che copre un ente governativo, potrebbe avere tutto l’interesse ad allinearsi alla sua politica e minimizzare le critiche allo scopo di mantenere dei buoni rapporti con il personale dell’ente, o chissà che altro tipo di ritorni vantaggiosi per se! Una subdola motivazione unita all’inesperienza, all’assenza di cultura di giornalisti e direttori di giornali, alla scarsa disponibilità di tempo per approfondire le fonti e, soprattutto, alla pubblicazione da parte dei mistificatori scientifici di una montagna di video e carta “straccia”, fanno si che i media siano diventati lo squillo di tromba di questo circuito pseudo scientifico.

I media sfruttano la “spazzatura scientifica”, una fonte inesauribile di allarmi-salute spacciati per notizie sensazionali, e poi mantengono prudentemente invariata la propria “credibilità”, evitando tutti i report che annunciano l’infondatezza o l’eventuale ridimensionamento degli allarmi da loro messi in circolazione.
I media sono incredibili, cioè non credibili; e giocano un ruolo chiave praticamente in tutti gli allarmi-salute. I terroristi scientifici li usano come cassa di risonanza e loro sono semplicemente troppo avidi per declinare l’invito.

In conclusione mi auguro di aver smosso un po’ le acque con questo “sassolino”, instillando il lecito dubbio su tutta la narrazione nella quale siamo immersi, utile a fare ognuno le proprie ricerche in “scienza e coscienza”.

Buona libertà a tutti.

Luca Bartolini

Fonti:
“Effetti collaterali”  -  Ben Goldacre
“Difendersi dalla spazzatura scientifica” – Steve J. Milloy

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