Fonte: https://it.rhadrix.it/la-maschera-di-un-attore/
La mente "socioculturale" nasce dalla contraddizione tra ciò che viene chiamata anima (essere/essenziale – espressione - emozione) e la personalità (essere culturale/civile – divieto/limitazione - imprinting).
o
Emozione cosa significa?
L'etimologia della parola emozione è da ricondursi
al latino emovère (ex = fuori + movere = muovere) letteralmente portare fuori,
smuovere, in senso più lato, scuotere, agitare. Per cui l'emozione, altro non è
se non un'agitazione, uno scuotimento, una vibrazione dell'anima...è l’esprimere (dinamica).
o
Imprinting cosa significa?
"Voce inglese, propriamente 'impressione,
stampa', derivato di (to) imprint ‘stampare,
imprimere’. Il termine descrive la
fissazione di un istinto innato su un determinato soggetto ed indica perciò un
fenomeno ben preciso e limitato" (statica).
L’imprinting, quindi, si rifà all’imprimere, ovvero al fissarsi in
maniera indelebile, e si riferisce non ad un apprendimento generico o ad un
carattere distintivo, ma a ciò che viene acquisito in maniera irreversibile ed inconsapevole nelle primissime ore di vita o comunque in un’età molto precoce,
e che successivamente non potrà più essere recepito.
Da qui inizia la "propria visione del mondo" (percezione) che, insieme agli apprendimenti
socio-culturali, determina come "vivo le situazioni che la vita mi
presenta". Le mie "credenze" determinano, in buona parte, ciò
che per me è "vero" oppure no (anche riguardo alla
"malattia").
Come s’instaura questa dicotomia
tra anima e personalità?
La persona inizia quindi a reagire in
modo inconsapevole, vivendo prevalentemente una vita non in linea con la sua essenza
che, non ascoltata e inespressa direttamente, troverà modo di farsi sentire
attraverso un malessere che, anch’esso inascoltato, sfocerà in sintomi e/o
malanni fisici che determinano un brusco risveglio alla realtà. A volte può
essere di utilità questo “fulmine a ciel sereno” e stimolo a prendersi uno
spazio per permettersi di dare ascolto a ciò che “bolle in pentola” e
riprendere la strada verso l’essere che è in sé.
Purtroppo, molto più diffusamente,
quando si manifesta un disagio fisico, “la malattia”, è facile intraprendere
una strada, infarcita dalla paura, che non solo allontana ancora di più la
persona dalla sua essenza, ma spesso diventa un circolo vizioso di continue
recidive che risulta peggiorativo della qualità di vita e può prendere la china
verso il baratro, senza che l’interessato se ne capaciti, nell’ignoranza di
questi meccanismi umani di funzionamento.
Cosa ci permette di uscire dalla
paura della paura?
Conoscere cosa succede nel nostro
organismo!
(fine prima parte)
Luca Bartolini
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