lunedì 14 ottobre 2019

La mente "socioculturale"




Fonte: https://it.rhadrix.it/la-maschera-di-un-attore/


La mente "socioculturale" nasce dalla contraddizione tra ciò che viene chiamata anima (essere/essenziale – espressione - emozione) e la personalità (essere culturale/civile – divieto/limitazione - imprinting).

o   Emozione cosa significa?

L'etimologia della parola emozione è da ricondursi al latino emovère (ex = fuori + movere = muovere) letteralmente portare fuori, smuovere, in senso più lato, scuotere, agitare. Per cui l'emozione, altro non è se non un'agitazione, uno scuotimento, una vibrazione dell'anima...è l’esprimere (dinamica).

o   Imprinting cosa significa?

"Voce inglese, propriamente 'impressione, stampa', derivato di (to) imprint  ‘stampare, imprimere’.  Il termine descrive la fissazione di un istinto innato su un determinato soggetto ed indica perciò un fenomeno ben preciso e limitato" (statica).

L’imprinting, quindi, si rifà all’imprimere, ovvero al fissarsi in maniera indelebile, e si riferisce non ad un apprendimento generico o ad un carattere distintivo, ma a ciò che viene acquisito in maniera irreversibile ed inconsapevole nelle primissime ore di vita o comunque in un’età molto precoce, e che successivamente non potrà più essere recepito.

Da qui inizia la "propria visione del mondo" (percezione) che, insieme agli apprendimenti socio-culturali, determina come "vivo le situazioni che la vita mi presenta". Le mie "credenze" determinano, in buona parte, ciò che per me è "vero" oppure no (anche riguardo alla "malattia").


Come s’instaura questa dicotomia tra anima e personalità?

La persona inizia quindi a reagire in modo inconsapevole, vivendo prevalentemente una vita non in linea con la sua essenza che, non ascoltata e inespressa direttamente, troverà modo di farsi sentire attraverso un malessere che, anch’esso inascoltato, sfocerà in sintomi e/o malanni fisici che determinano un brusco risveglio alla realtà. A volte può essere di utilità questo “fulmine a ciel sereno” e stimolo a prendersi uno spazio per permettersi di dare ascolto a ciò che “bolle in pentola” e riprendere la strada verso l’essere che è in sé.

Purtroppo, molto più diffusamente, quando si manifesta un disagio fisico, “la malattia”, è facile intraprendere una strada, infarcita dalla paura, che non solo allontana ancora di più la persona dalla sua essenza, ma spesso diventa un circolo vizioso di continue recidive che risulta peggiorativo della qualità di vita e può prendere la china verso il baratro, senza che l’interessato se ne capaciti, nell’ignoranza di questi meccanismi umani di funzionamento.


Cosa ci permette di uscire dalla paura della paura?

Conoscere cosa succede nel nostro organismo!

(fine prima parte)

Luca Bartolini

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