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FISIOLOGIA
ORDINARIA E STRAORDINARIA
Immagine creata da Mauro Sartorio
Al sopraggiungere di un evento
inaspettato (shock biologico), che coglie il malcapitato in
contropiede, definito DHS dal dottor Hamer, l’organismo
attiva una risposta adattativa finalizzata a garantirsi la sopravvivenza, che coinvolge immediatamente ed
in contemporanea i tre livelli: emotivo – cerebrale – organico, innescando la fisiologia
straordinaria adeguata
a far fronte alla situazione d’emergenza creatasi. Il punto fondamentale da
tenere presente è che questa reazione è innescata dalla percezione di quella persona unica (con i
suoi imprinting) in relazione a quell’evento.
Quindi, l’evento in sé non è causale.
Da quell’istante siamo nella fase
attiva dove ci
sarà una prevalenza di simpaticotonia con i relativi effetti (la
persona dorme poco e/o si sveglia all’una di notte e non riesce a
riaddormentarsi se non dopo l’alba; pensieri ricorrenti alla situazione in cui
si è venuta a trovare; iper allerta) con il sensato tentativo dell’organismo di
risolvere quanto prima la situazione di “emergenza”.
In questo stato di allarme siamo
dominati da pensieri e ripetizioni emotive che crediamo siano “normali” e non
relativi ad uno stato di allerta. Si crea un circolo dove la realtà
non la vedo, o meglio la vedo attraverso delle lenti che la trasformano e la
rendono accettabile, ma che mi tengono lontano dalle emozioni e quindi mi danno
l'alibi che mi nega la possibilità di
cambiare e di “spostarmi”.
Inaspettatamente, così come è
arrivata la DHS, altrettanto inaspettatamente arriverà la soluzione dello shock biologico con la sua
prima parte, la PCLa, caratterizzata dall’accumulo di liquidi (fase
edematosa) nelle aree
coinvolte (cerebrali ed organiche) dalla sensata risposta alla DHS (shock
biologico), con l’effetto di una sintomatologia molto intensa.In questa fase troviamo i dolori
più fastidiosi, la febbre, mancanza di appetito e di sete, si riposa male, ecc…
Al sopraggiungere della fase
chiamata CE (crisi epilettoide) avremo il rilascio dei liquidi dagli edemi: grandi sudate notturne,
minzioni abbondanti sono la conferma che stiamo entrando nella seconda parte
della soluzione, la PCLB. Questa è la fase cicatriziale della soluzione dove la
sintomatologia va migliorando decisamente col passare delle ore, le funzioni
tendono alla normalizzazione ed i tessuti coinvolti vanno cicatrizzando il
“rimaneggiamento” dovuto alla sensata risposta dell’organismo allo shock biologico.
Da qui si passa poi, a fine
lavoro, alla normotonia ritrovata, che si differenzia rispetto alla
condizione prima della DHS per due fatti: le cicatrici presenti nei tessuti del
corpo e l’esperienza fatta, che “dovrebbe servire ad imparare la lezione”.
Alla fine del
processo riparativo della fase di soluzione a seguito dello shock biologico, essendo usciti dai diffusi circoli viziosi
dovuti al “non sentirsi ancora bene”, ecco presentarsi il momento giusto per
mettersi a tavolino ed andare a vedere/scoprire qual è “lo spigolo dove ho
battuto” (DHS), magari per l’ennesima volta: questo mi permette (se sono
veramente disposto) di fare quello spostamento dalla “solita traiettoria”
infausta ed uscire dalle recidive, che spesso determinano il cronicizzarsi del
problema.
Ricordo e sottolineo
che un evento inaspettato non può essere “previsto” e che la vita ce ne
presenta spesso; il fatto di individuare con precisione, verificabile da tutti,
in che “cosa sono inciampato” è di un’importanza capitale: mi permette di
uscire dalla posizione di vittima inconsapevole
(“non ci posso fare nulla”, “sono sfortunato”) e soprattutto uscire dalla paura
che genera il “senso della malattia” così come ci viene trasmesso
quotidianamente.
Luca Bartolini
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