lunedì 14 ottobre 2019

La mente "socioculturale" (seconda parte)

o   FISIOLOGIA ORDINARIA E STRAORDINARIA 


Immagine creata da Mauro Sartorio
 
Al sopraggiungere di un evento inaspettato (shock biologico), che coglie il malcapitato in contropiede,   definito DHS dal dottor Hamer, l’organismo attiva una risposta adattativa finalizzata a garantirsi la sopravvivenza, che coinvolge immediatamente ed in contemporanea i tre livelli: emotivo – cerebrale – organico, innescando la fisiologia straordinaria adeguata a far fronte alla situazione d’emergenza creatasi. Il punto fondamentale da tenere presente è che questa reazione è innescata dalla percezione di quella persona unica (con i suoi imprinting) in relazione a quell’evento. Quindi, l’evento in sé non è causale.

Da quell’istante siamo nella fase attiva dove ci sarà una prevalenza di simpaticotonia con i relativi effetti (la persona dorme poco e/o si sveglia all’una di notte e non riesce a riaddormentarsi se non dopo l’alba; pensieri ricorrenti alla situazione in cui si è venuta a trovare; iper allerta) con il sensato tentativo dell’organismo di risolvere quanto prima la situazione di “emergenza”.


In questo stato di allarme siamo dominati da pensieri e ripetizioni emotive che crediamo siano “normali” e non relativi ad uno stato di allerta. Si crea un circolo dove la realtà non la vedo, o meglio la vedo attraverso delle lenti che la trasformano e la rendono accettabile, ma che mi tengono lontano dalle emozioni e quindi mi danno l'alibi che mi  nega la possibilità di cambiare e di “spostarmi”.

Inaspettatamente, così come è arrivata la DHS, altrettanto inaspettatamente arriverà la soluzione dello shock biologico con la sua prima parte, la PCLa, caratterizzata dall’accumulo di liquidi (fase edematosa) nelle aree coinvolte (cerebrali ed organiche) dalla sensata risposta alla DHS (shock biologico), con l’effetto di una sintomatologia molto intensa.In questa fase troviamo i dolori più fastidiosi, la febbre, mancanza di appetito e di sete, si riposa male, ecc…

Al sopraggiungere della fase chiamata CE (crisi epilettoide) avremo il rilascio dei liquidi dagli edemi: grandi sudate notturne, minzioni abbondanti sono la conferma che stiamo entrando nella seconda parte della soluzione, la PCLB. Questa è la fase cicatriziale della soluzione dove la sintomatologia va migliorando decisamente col passare delle ore, le funzioni tendono alla normalizzazione ed i tessuti coinvolti vanno cicatrizzando il “rimaneggiamento” dovuto alla sensata risposta dell’organismo allo shock biologico.

Da qui si passa poi, a fine lavoro, alla normotonia ritrovata, che si differenzia rispetto alla condizione prima della DHS per due fatti: le cicatrici presenti nei tessuti del corpo e l’esperienza fatta, che “dovrebbe servire ad imparare la lezione”.

Alla fine del processo riparativo della fase di soluzione a seguito dello shock biologico, essendo usciti dai diffusi circoli viziosi dovuti al “non sentirsi ancora bene”, ecco presentarsi il momento giusto per mettersi a tavolino ed andare a vedere/scoprire qual è “lo spigolo dove ho battuto” (DHS), magari per l’ennesima volta: questo mi permette (se sono veramente disposto) di fare quello spostamento dalla “solita traiettoria” infausta ed uscire dalle recidive, che spesso determinano il cronicizzarsi del problema.

Ricordo e sottolineo che un evento inaspettato non può essere “previsto” e che la vita ce ne presenta spesso; il fatto di individuare con precisione, verificabile da tutti, in che “cosa sono inciampato” è di un’importanza capitale: mi permette di uscire dalla posizione di vittima inconsapevole (“non ci posso fare nulla”, “sono sfortunato”) e soprattutto uscire dalla paura che genera il “senso della malattia” così come ci viene trasmesso quotidianamente.




Luca Bartolini

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